Dante

In questa sezione troverete gran parte della ricerca svolta sul mondo Dantesco, ricerca che mi ha portato alla nomina di Presidente della prestigiosa Società Dante Alighieri, Comitato di Capodistria. Per maggiori informazioni in merito si prega di utilizzare il form che trovate nella sezione “Contatti“.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
La presidente della SDA-Comitato di Capodistria, la dantista Valentina Petaros Jeromela ha presentato il suo lavoro a Tropea, città natale di Pietro Campennì, autore del codici isolani.
 
 
   Il presidente del Club per l’Unesco Tropea, dott. Giuseppe Maria Romano consegna la targa. Erano presenti, altro alle autorità della città anche la Presidente nazionale FICLU-Federazione Italiana Club per l’Unesco, arch. Teresa Gualtieri.
 
 
 
La presidente della SDA-Comitato di Capodistria era presente al II Congresso dantesco internazionale tenutosi a Ravenna, con lo studio:  I due codici e la tradizione del commento rambaldiano alla Divina Commedia. Pietro Campenni da Tropea e il suo soggiorno a Isola d’Istria.
 
 
La Divina Commedia tra traduzione e versione” presso la Biblioteca Statale di Gorizia per “I martedì della Dante Alighieri” di Gorizia, con la dott.ssa Antonia Blasina Misseri. Contributo di Igor Gregori, montaggio di Maurizio Gallinucci per RAI – 3 programma sloveno andato in onda il 03/05/2017 alle 20.30.
 
 
 
 

La Divina Commedia tra traduzione e versione. I tentativi della lingua slovena

L’autrice ha effettuato un esaustiva ricerca sulla Divina Commedia a partire dai tentativi di traduzione della stessa in lingua slovena, alla sua diffusione nel sistema accademico sloveno e come è stata recepita dallo stesso.

 

divina_commediaDante: il mistero dell’erma scomparsa.

L’autrice esamina la vicenda dell’erma di Dante nella città di Capodistria, allora Italia. “Si scelse di collocare l’erma nel giardino del Belvedere, un posto che ci svelerà tutta la sua “magia” quando parleremo di Dante. Arrivò poi il giorno in cui questa erma doveva essere inaugurata, ed era il 21 ottobre 1929. L’opera era firmata dallo scultore Giovanni Mayer, e all’evento parteciparono i rappresentanti del Senato e della Camera dei Deputati di Roma, delle provincie di Trieste e dell’Istria, i podestà di diverse città e delegati di numerose associazioni ed enti. Un grande evento coronato da discorsi solenni e promesse di un futuro all’insegna dell’illustre esempio.Il busto è rimasto nel giardino, almeno sino al 1945, posto di fronte al Belvedere.”

 

CatturaDante: Mostra filatelica a Capodistria.

L’Inferno di Dante come non te l’aspetti, raccontato attraverso i francobolli e altri oggetti postali come annulli (i timbri, per intenderci) e cartoline. Oltre quattrocento fogli realizzati da collezionisti che insieme hanno rivisitato la prima cantica del capolavoro dantesco.

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Annales-1

 

I DUE CODICI E LA TRADIZIONE DEL COMMENTO RAMBALDIANO ALLA DIVINA COMMEDIA. PIETRO CAMPENNI DA TROPEA E IL SUO SOGGIORNO A ISOLA D’ISTRIA

Pietro Campenni, originario di Tropea, durante il suo soggiorno a Isola d’Istria e come cancelliere del podestà, appassionato dantista copiò due volte il commento alla Divina Commedia dantesca. Si tratta del commento di Ben- venuto da Imola che dette origine a due manoscritti ora custoditi uno presso la biblioteca Nazionale di Parigi e l’altro presso la biblioteca nazionale Marciana di Venezia. Questi due codici, nati alla fine del XIV, non furono mai posti a confronto l’uno con l’altro questo perché il marciano ritornò all’Italia appena nei primi anni Trenta del ‘900 e fu definito semplice copia del parigino. Questo studio ne definisce le similitudini e le differenze.

Mai posti in confronto dagli studiosi e perciò erroneamente definiti “gemelli”, la studiosa ne ha determinato la natura comune ma anche le differenze che fanno pensare ad un “codex interpositus” o comunque ad un “antigrafo”.

Il commento di Jacopo della Lana al “Purgatorio”

Nonostante l’importanza del commento di Jacopo della Lana alla Divina Commedia, di cui esistono tre edizioni a stampa, ad oggi non abbiamo ancora un testo sicuro. Tenendo conto del nuofullsizeoutput_2344vo approccio, recentemente tentato dal Volpi, e partendo dagli studi dello Schroeder, la presente opera, pur non essendo un’edizione critica, costituisce un primo passo verso la ricostruzione filologica del commento lanèo. Non potendo al momento ricorrere al codice Francofortese rci β, l’autrice ha effettuato una trascrizione, sostanzialmnte fedele alla grafia veneziana, del codice Vaticano ottoboniano 2385, utilizzando il codice Riccardiano Braidense (di mano bolognese) per gli emendamenti: due manoscritti non facilmente sistemabili in uno stemma, che sono con ogni probabilità indipendenti e che potrebbero risalire a un esemplarecomune.